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"Silent voice", o dell'universale linguaggio della solitudine e della discriminazione

Arriva nelle sale italiane “La forma della voce”, un lungometraggio girato da una delle poche donne registe giapponesi, Naolo Yamada, sulla disabilità.

"Silent voice", o dell'universale linguaggio della solitudine e della discriminazione
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23 Ottobre 2017 - 17.39


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Arriva nelle sale italiane “La forma della voce”, un lungometraggio animato girato da una delle poche donne registe giapponesi, Naolo Yamada. La “voce” è quella di Shoko, che le voci non può sentirle, perché è sorda. La voce, la sua, prende forma attraverso un taccuino. E’ la sua sordità – ma soprattutto la discriminazione, o il “bullismo” che da questa discende – ad essere raccontata dalla sceneggiatrice Reiko Yoshida, già nota per aver scritto “La ricompensa del gatto” di Hayao Miyazaki. Ora firma questo nuovo successo, tratto dall’omonimo manga di Yoshitoki Oima, per lo studio Kyoto Animation, uno dei più quotati nel panorama dell’animazione giapponese, già produttore di numerose serie televisive e lungometraggi di culto. Dopo essersi posizionato come uno dei maggiori incassi della scorsa stagione cinematografica giapponese con oltre 20 milioni di dollari raccolti al botteghino, il film è stato presentato con successo anche al Future Film Festival 2017 e ha esordito due weekend fa in Cina, raccogliendo quasi 5 milioni di dollari al botteghino. In Italia, sarà in diverse sale il 24 e 25 ottobre.
La trama. Shoko Nishimiya non può sentire, ma le arrivano chiaramente, dure come pietre, le offese e le ingiurie del compagno Shoya. La disprezza per la sua sordità, la emargina per la sua diversità e attira su di lei l’ostilità e lo scherno dei compagni. Shoko può comunicare solo attraverso due strumenti: gli apparecchi acustici e i quaderni. Ed è proprio questi che si accanisce Shoya, distruggendo più volte i primi e gettando in acqua i secondi. La ragazza viene quindi trasferita in un’altra scuola, specializzata, dove possa sentirsi più compresa e più protetta. Inizia a questo punto, per Shoya, il periodo del rimorso e del pentimento. L’incontro con Yuzuru, che si presenta come il fidanzato di Shoko, lo costringerà a fare i conti con il passato: un’operazione tutt’altro che semplice e indolore.

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