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I 70 anni di David Lynch

In occasione del compleanno del grande cineasta americano, ripercorriamo le tappe della sua brillante e multiforme carriera.

I 70 anni di David Lynch
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20 Gennaio 2016 - 12.57


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Oggi David Lynch, uno degli artisti più eclettici del panorama contemporaneo compie 70 anni, essendo nato a Missoula, nel Montana il 20 gennaio del 1946. Festeggia sul set dei 18 nuovi episodi del revival di Twin Peaks, in piena attività e in perfetta salute fisica e mentale, per la gioia dei suoi numerosissimi fan, che due anni fa presero letteralmente d’assalto il Lucca Film Festival dove era ospite d’eccezione. Lui attribuisce il merito della sua serenità alla meditazione trascendentale, di cui è da sempre praticante nonché d portavoce e propagandista. Nella sua carriera ha diretto solo dieci lungometraggi, ma si é dedicato a molto altro, tra cui l’arte, la musica e la grafica.

Figlio di un ingegnere agronomo che si sposta spesso per lavoro, il piccolo David ha modo di fare esperienza dei posti più sperduti dell’America ma anche nelle grandi città come Washington e Boston, dove inizia gli studi di Belle arti, che termina a Philadelphia. Tra il 1960 e il 1970, realizza due cortometraggi sperimentali con tecnica mista di animazione e live action: The Alphabet, che gli vale l’ammissione al Centre for Advanced Arts dell’American Film Institute, e The Grandmother. Il suo primo lungometraggio realizzato con l’amico ed attore feticcio Jack Nance é il surreale Eraserhead che esce nel 1978 nel circuito dei Midnight Movies di Ben Barenholz. Realizzato in bianco e nero è un incubo sulla paternità al tempo stesso disgustoso, divertente e ipnotico come un sogno dalle cui sensazioni non riusciamo a liberarci. Mel Brooks lo vede, ne rimane folgorato e gli affida la regia di una sua produzione, Elephant Man, il film che lo promuove ad autore “commerciale” e che ottiene ben 8 candidature agli Oscar. Quest’opera ancora in bianco e nero conferma la fascinazione per la deformità, lo sguardo anomalo e l’estrema sensibilità da grande un cineasta.

Promosso al mainstream, Lynch realizza per Dino De Laurentiis il mastodontico e pasticciato Dune e il personalissimo Velluto blu, di cui riesce ad ottenere il finale cut. Il film è un successo e porta a Lynch la seconda candidatura all’Oscar. Nel 1990 gira Cuore selvaggio, dal romanzo di Barry Gifford, contestata Palma d’oro a Cannes, e dà vita a Twin Peaks, che diventa subito un fenomeno di culto mondiale, vero e proprio apripista di tutta la serialità moderna di genere fantastico. Lynch lo scrive, lo dirige e vi appare come attore nei panni dell’agente duro d’orecchio Gordon Cole. Dopo 29 episodi la serie finisce irrisolta e in calo progressivo di audience, ma due anni dopo grazie a capitali francesi Lynch gli dà un prequel cinematografico, Fuoco cammina con me. Dopo il noir Strade perdute, nel 1999 realizza Una storia vera, singolare e fordiano road movie a bordo di un trattore, interpretato dal veterano Richard Farnsworth. Dopo questa parentesi realista gira il geniale e allucinatorio Mulholland Drive ambientato a Hollywood, città del cinema, dove tutto può accadere e tutto accade. Da lì prende il via la storia di due donne, una bruna misteriosa preda di amnesia e una bionda piena di entusiasmo, venuta dalla provincia a tentare la strada del cinema. Il film gli regala la terza candidatura all’Oscar e il premio per la regia (ex- aequo con Joel Coen) al festival di Cannes.

Nel 2006 realizza Inland Empirei l suo ultimo film,presentato alla Mostra del cinema di Venezia nell’anno in cui riceve il Leone d’Oro alla carriera. una summa delle sue ossessioni, un esperimento della libertà concessa dal formato digitale. Da allora, cortometraggi, documentari, il film concerto dei Duran Duran, mostre, sculture musica e naturalmente tanta meditazione.

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