RomaFF10, Monda: il pubblico è il vero protagonista

L'intervista di Marco Spagnoli ad Antonio Monda, Direttore della Festa del cinema di Roma: 'Ho accettato la sfida per tracciare una nuova identità'.

RomaFF10, Monda: il pubblico è il vero protagonista
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15 Ottobre 2015 - 10.42


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di Marco Spagnoli*
[url”@Marco_Spagnoli”]www.twitter.com/marco_spagnoli[/url]

Ho accettato la sfida di dirigere questo Festival perché sapevo di poterne ridisegnare completamente il profilo e di tracciarne, così, una nuova identità.” Antonio Monda, Direttore della Festa del cinema di Roma descrive così il nuovo profilo dell’evento romano, interamente ripensato su tre fasce di uguale importanza: i film, le retrospettive e gli incontri per celebrare il cinema.
“Sentire come Riccardo Muti o Renzo Piano siano stati influenzati e formati dal cinema, potere capire come grandi personalità del cinema e della cultura italiana debbano molto ad alcuni film e ai loro registi, dona un po’ il senso al lavoro che facciamo.” Dice Monda “Ovvero proporre il cinema come momento di condivisione e di incontro, per arricchire culturalmente il pubblico e consentirgli di dialogare con queste grandi personalità.”

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Ci sono poi alcuni omaggi a registi come Ettore Scola e Luis Bunuel, Francesco Rosi e ai Fratelli Taviani, nonché a Virna Lisi. Nella selezione ufficiale sarà presentato il nuovo film del premio Oscar Robert Zemeckis, The Walk – 3D. Il geniale autore della trilogia di “Ritorno al futuro”, Forrest Gump, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Contact e Cast Away, porta sul grande schermo la storia vera di Philippe Petit, un funambolo francese che sorprese la città di New York camminando su una fune d’acciaio tesa tra le due torri del World Trade Center. Protagonista del film, nel ruolo di Petit, Joseph Gordon-Levitt, uno dei migliori attori della sua generazione, a suo agio fra grandi produzioni (Inception e Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher NolanLincoln di Steven Spielberg) e cinema indipendente (Brick – Dose mortale e Sguardo nel vuoto). The Walk – 3D si basa sul libro “The Walk. Fra le Twin Towers, i miei ricordi di funambolo” di Philippe Petit, edito in Italia da Ponte alle Grazie, che ha anche pubblicato l’altro libro di Petit, “Trattato di funambolismo”.

“Quando ho sentito parlare la prima volta di questa storia, ho pensato, ‘Deve essere fatto a tutti i costi e deve essere assolutamente presentato in 3D – ha spiegato Robert Zemeckis – Quando osservi un funambolo, devi sempre alzare lo sguardo su di lui, non hai mai la prospettiva di come possa essere dall’alto della fune. Il nostro film seguirà invece la storia di Petit mettendo lo spettatore in cima alla fune, a camminare con Philippe, presentando l’immagine in 3D, con un risultato altamente spettacolare ed emozionante. Adoro l’idea di un giovane – un performer, un artista – che riesce a realizzare il suo grande sogno. Il suo progetto è illegale, è pericoloso, ma non danneggia nessuno. Sembrava qualcosa d’altri tempi, non si vedono più cose di questo tipo oggi, quasi una favola”.

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La decima edizione della Festa del Cinema dedica una retrospettiva completa al regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Pablo Larraín, a cura di Mario Sesti, coordinatore artistico del comitato di selezione. L’evento si svolge al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, che lo ha prodotto in collaborazione con l’Ambasciata del Cile. “La Festa del Cinema di Roma, insieme all’Ambasciata del Cile e al MAXXI con cui quest’anno si rinnova e rafforza la partnership, è particolarmente orgogliosa di essere la prima manifestazione internazionale a rendere omaggio ad un autore il cui cinema sembra affondare, con stupefacente sicurezza, come il bisturi di un prodigioso chirurgo, tra le viscere della vita”, spiega Sesti.

Nell’anno del successo straordinario al cinema di Inside Out diretto da Pete Docter, la Festa del cinema di Roma dedica una retrospettiva alla Pixar, la geniale società di produzione di San Francisco che vent’anni dopo l’esordio al cinema di Toy Story è diventata una colonna dell’animazione mondiale e internazionale, conquistando diversi premi Oscar e rinascimenti in tutto il mondo così come il Leone d’Oro consegnato a Venezia nel 2009 al suo fondatore John Lasseter da parte di George Lucas, uno dei primi sostenitori dello Studio. Durante il Festival saranno proiettati tutti e tredici i lungometraggi prodotti dalla società che oggi è parte della Walt Disney Company, nonché un’anticipazione del prossimo film, Il viaggio di Arlo intitolato in originale The Good Dinosaur. Una serie di proiezioni in versione rimasterizzata per rivedere e gustare la grandissima qualità del lavoro di Pixar e dei suoi registi, introdotte da ospiti speciali, presentati sul palco dal curatore dell’evento, Mario Sesti.

Il cinema per tutti e tutti i tipi di cinema caratterizzano le scelte del Direttore “Intendo dare lo stesso spazio al cinema spettacolare e a quello d’autore.” Sottolinea Antonio Monda “I film che noi programmiamo vanno dall’egiziano Gate of Departure, un esordio emozionante che vuole essere una riflessione sugli ultimi momenti della propria vita, sulla partenza dalla nostra esistenza. Fino a The Walk. Vogliamo un’offerta che spiazzi il pubblico sia in termini di film, di incontri che di retrospettive, sperando di incontrare, in compenso il suo favore.” Antonio Monda dimostra di avere grande coraggio nel non volere seguire gli schemi sicuri, ma usurati del passato, seguiti – peraltro – da altri eventi internazionali senza grande successo. “Al mondo non c’è bisogno di un altro Festival, bensì di uno spazio di incontro per formare il nuovo pubblico ed offrire, a quello esistente, la possibilità di avere uno sguardo a trecentosessanta gradi.” Insiste Monda “Per me, come accade anche altrove, è il pubblico il vero protagonista di questo evento per riflettere insieme a lui su cosa sia il cinema e come questo sia in grado di cambiare, trasformandole le nostre vite. Quando parlo di pubblico, non ho uno spettatore tipo in mente, bensì il pubblico il più ampio possibile.”

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Antonio Monda ridimensiona l’importanza dei Red Carpet, dimostrando di non apprezzare l’eccessiva deriva glamour degli ultimi anni: “I Festival non sono sfilate di moda: il nostro lavoro è portare elementi di condivisione legati alle proiezioni e agli incontri. Non ho nulla contro i tappeti rossi che divertono e arricchiscono le serate, ma quello che conta davvero è ciò che accade sugli schermi e nelle sale. Quello che il pubblico si porta a casa e che resta con lui. Quante volte abbiamo visto brutti film ai Festival, solo perché c’era un Red Carpet? Nessun film, infatti, viene redento da un buona sfilata sul tappeto rosso. Ho rinunciato a titoli mediocri o peggio, anche se avevo avuto garanzie della presenza delle loro Star.”

Antonio Monda definisce la decima edizione del Festival come l’inizio di un percorso. “È un cantiere di lavoro che ha molti obiettivi tra cui quello collaborare all’internazionalizzazione del cinema italiano che noi intendiamo valorizzare, proprio attraverso la riduzione dei titoli presentati.” Conclude “Inoltre, siamo partiti dando vita ad un’alleanza con il Festival di Londra. Cinque titoli saranno da noi e da loro quasi contemporaneamente grazie all’accordo senza paranoie rispetto alla follia dell’anteprima a tutti i costi. Il pubblico nostro e quello di Londra potranno giovarsi di questa scelta fatta da me e dalla direttrice Claire Stewart che anziché farci la guerra, abbiamo scelto di collaborare dando vita ad un modo curatoriale ‘sano’ di lavorare. Tutto questo in favore del pubblico.”


* Questo articolo è stato pubblicato sul Giornale dello spettacolo anno 70, [url”n. 6 – Ottobre 2015″]http://giornaledellospettacolo.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=85462&typeb=0&giornale-dello-spettacolo-speciale-romaff10[/url]

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