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Le prime reazioni degli esercenti che hanno visto in anteprima Suburra sono state entusiastiche. Il film in uscita il 14 ottobre si propone, quindi, come un titolo particolarmente importante per il mercato italiano, soprattutto, per la sua caratura ‘di genere’ che rende l’autorialità del suo apprezzato regista particolarmente fruibile dal grande pubblico in Italia e all’estero.
Stefano Sollima, che ha esordito al cinema con ACAB e ha diretto serie di grande successo in tutto il mondo come Romanzo Criminale e Gomorra torna a lavorare per il cinema con una produzione Cattleya che vede un’importante partecipazione di Netflix. Un probabile preludio ad una collaborazione internazionale tra la società di produzione guidata da Riccardo Tozzi, Marco Chimenz e Giovanni Stabilini con il colosso del Video On Demand americano, che sbarcherà questo mese anche in Italia, con la promessa di rivoluzionare un mercato digitale nazionale ancora agli inizi a causa di problemi strutturali e di offerta.
In questo senso, Suburra ispirato dal romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo e scritto dalla coppia Stefano Rulli – Sandro Petraglia rappresenta un progetto di particolare rilievo sul piano commerciale ed industriale. Distribuito da 01, il film annovera un cast decisamente molto interessante: Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Jean-Hugues Anglade, Greta Scarano che Sollima ha scelto con la consueta cura il suo cast. La storia esplora i tre poteri che – secondo Sollima – rendono Roma così diversa da tutte le altre capitali europee: raccontando la settimana che precede il crollo di un’era della Repubblica, alla vigilia di una legge da far approvare, ed è essenziale la figura del personaggio di Samurai, l’ultimo della banda della Magliana.
“È la storia di un’epoca in cui la caduta di un governo e le dimissioni del Papa segnano i sette giorni in cui si può e si deve inserire una piccola legge in un mega decreto allo scopo di dare vita ad una grande speculazione edilizia.” Racconta il regista “È un film corale in cui si parla della politica e della criminalità, un ritratto fedele della Roma di oggi.” “Quando letto le bozze di Suburra di Giancarlo De Cataldo, mi sono reso conto di trovarmi di fronte ad un grande racconto che poteva chiudere il ciclo su Roma iniziato con le due serie televisive di Romanzo Criminale. In quelle pagine avevo trovato un’emozionante esplorazione della Capitale di oggi che avrebbe portato il pubblico in presenza di quello che accade intorno a noi.”
Negli Stati Uniti per lavoro, il regista Stefano Sollima misura le parole con grande attenzione e non si nasconde dagli evidenti punti di contatto con la cronaca giudiziaria legata a quanto è avvenuto con Mafia Capitale. “Ovviamente nessuno di noi poteva immaginare in dettaglio quanto stesse accadendo, eppure alcune cose, in certi ambienti, si intuivano…si sapevano… Noi, però, non volevamo fare un film investigativo o di denuncia come nella grande tradizione del cinema italiano, bensì, utilizzando il genere e la finzione, tracciare un ritratto puntuale della città di Roma, oggi, trasformandolo in un racconto stile Romanzo Criminale.”
Reduce anche dal set della serie Gomorra 2 di cui ha già diretto e montato gli episodi che gli competevano e che andranno in onda su Sky la prossima primavera, Stefano Sollima è in una fase di esplorazione dei prossimi passi della sua carriera, che grazie al successo delle serie e del suo cinema, sta attraversando un momento molto fortunato, in attesa di un più che probabile “salto” sulla scena internazionale.
“Vivo con grande energia questi giorni e mi sento molto stimolato da quanto mi sta accadendo intorno.” Aggiunge il figlio del grande regista del leggendario sceneggiato televisivo Sandokan, Sergio Sollima, scomparso la scorsa primavera “Sono felice, ma anche molto consapevole di quanto mi sta accadendo intorno e mi interessa continuare a fare film come ACAB e come Suburra: un cinema sofisticato, ma anche popolare. Quando scrivo, quando giro, penso sempre ad un pubblico il più vasto possibile. Per me il senso ultimo del mio lavoro è che ogni mio film debba essere comprensibile anche al di fuori del nostro paese in maniera chiara. L’utilizzo del cinema di genere, infatti, consente di esplorare un linguaggio universale comprensibile con una certa facilità anche all’estero.”
Protagonista femminile del film è Greta Scarano, un’attrice emergente con un importante passato in televisione e un ruolo in Senza nessuna pietà diretto da Michele Alhaique che l’ha imposta all’attenzione del pubblico. “Io credo che lavorare in progetti del genere richieda grande umiltà e concentrazione.” Spiega l’interprete che sarà anche nel cast In Treatment 2 diretto ancora una volta da Saverio Costanzo in onda su Sky Atlantic a fine novembre “È bello potere essere al fianco di attori come Pierfrancesco ed Elio dai quali hai tutto da imparare e con cui puoi dare il meglio di te stessa come attrice.”
* Questo articolo è stato pubblicato sul Giornale dello spettacolo anno 70, [url”n. 6 – Ottobre 2015″]http://giornaledellospettacolo.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=85462&typeb=0&giornale-dello-spettacolo-speciale-romaff10[/url]
Argomenti: Cinema