“La prima volta che ho incontrato Anne è stato dopo un po’ di tempo che mi frequentavo con Mel. Lui mi ha detto «mia moglie vorrebbe conoscerti». Anne Bancroft! «No, Anna Maria Italiano» mi ha detto lui, a dimostrazione di quanto Anne fosse legata all’Italia.” È Ezio Greggio che parla nell’intervista esclusiva realizzata da Studio Universal (Mediaset Premium sul DTT) e contenuta nel Focus scritto e diretto da Marco Spagnoli, dedicato alla celebre attrice in occasione dei 10 anni dalla scomparsa, in onda, unitamente ad una rassegna di suoi film a partire dal 1 giugno, ogni lunedì alle 21.15.
Titoli in ordine di trasmissione:
• 1/6 La Terra degli Apache (1956) di Jesse Hibbs
• 8/6 Il Laureato (1967) di Mike Nichols
• 15/6 Hindenburg (1975) di Robert Wise
• 22/6 84 Charing Cross Road (1987) di David Hugh Jones
• 29/6 Una Finestra nella notte (1986) di Tom Moore
La rassegna a lei dedicata inizia con La Terra degli Apaches dove la Bancroft interpreta la moglie vedova del capo Apache. A seguire, Anne è l’intrigante Mrs. Robinson che seduce un giovane Dustin Hoffman ne Il Laureato, film culto, ricordato e apprezzato a distanza di moltissimi anni grazie anche alla canzone Mrs. Robinson di Simon & Garfunkel. In Hindenburg, dramma catastrofico sul dirigibile simbolo della Germania Nazista, Anne interpreta l’aristocratica contessa a bordo del velivolo condannato. La Bancroft, affiancata da Anthony Hopkins, veste i panni di una colta lettrice che intrattiene una corrispondenza epistolare con un libraio in 84 Charing Cross Road. In Una Finestra nella notte (1986), si aggiudica una nomination ai Golden Globe come miglior attrice drammatica nel ruolo di Thelma, madre vedova alle prese con le intenzioni suicide della figlia Jessie interpretata da Sissy Spacek.
FOCUS ANNE BANCROFT“Anne non si atteggiava mai. Era quello che tu vedevi. Il fascino di lei come attrice e come donna è un caso unico”. La ricorda così Ezio Greggio amico di Mel Brooks, secondo marito dell’attrice e assiduo frequentatore della coppia che, nell’intervista contenuta nel Focus a lei dedicato, racconta la vita e la carriera di Anne Bancroft.
Nata nel 1931 da genitori italo americani, Anna Maria Louise Italiano (Anne Bancroft), originaria di Muro Lucano in provincia di Potenza, arriva ventenne ad Hollywood e la MGM con cui firma un contratto le chiede di cambiare il cognome. Sceglie ‘Bancroft’ perché le sembra elegante. “Come attrice mi piace sperimentare certe cose perché è parte del divertimento. Fare finta di essere qualcun altro, questa è la recitazione.” Anne Bancroft parla così in un’intervista tratta dagli archivi NBC. Esordisce nel film La tua bocca brucia (1952) con Marilyn Monroe. Le sue interpretazioni successive, in pellicole come Gorilla in fuga e La terra degli Apaches, sembrano non soddisfarla. Lascia Hollywood per New York: nel 1958 debutta a Broadway al fianco di Henry Fonda in Due sull’altalena e vince il Tony, ovvero l’Oscar del teatro. Un riconoscimento che conquista anche l’anno successivo con Anna dei Miracoli, una piéce che la porta al cinema diretta da Arthur Penn e con cui vince l’Oscar®.
“La prima volta che l’ho vista recitare era in Anna dei Miracoli. Aveva il film sulle sue spalle: era forte e dolce contemporaneamente. Non era solo brava, ma capace di affrontare ruoli complicati. Non credo che oggi ci sia un’attrice in grado di rifare quel film.” Dice Greggio.
Nel 1964 sposa l’uomo che le resterà al fianco per quaranta anni: Mel Brooks. “Quando l’ho vista mi sono innamorato perdutamente…stiamo insieme perché nonostante le difficoltà, almeno abbiamo l’un l’altra.” È Mel Brooks a parlare in un’intervista d’archivio NBC contenuta nel Focus.
Anne Bancroft e Mel Brooks lavoreranno diverse volte insieme: ne L’ultima follia di Mel Brooks (1975) e in Essere o non essere (1983), remake di Vogliamo vivere!, capolavoro di Ernst Lubitsch del 1943. “Il rapporto con Mel è sempre stato meraviglioso: non li ho mai visti discutere…a differenza di tante coppie del mondo dello spettacolo che conosco non li ho mai visti litigare. La loro era una storia vera, si volevano un bene dell’anima.” Racconta Ezio Greggio.
Nel 1972, incinta del figlio Max, rifiuta il ruolo andato poi a Ellen Burstyn ne L’esorcista. Tre anni dopo torna davanti alla macchina da presa con lo spettacolare Hindenburg. Diventata mamma, Anne rallenta la sua attività come attrice cinematografica scegliendo con cura i ruoli al cinema e in teatro per dedicare più tempo alla famiglia. Nel 1977 è Maria Maddalena in Gesù di Nazareth di Zeffirelli, mentre Giuliano Montaldo la sceglie per il suo Marco Polo nel 1982. Nel 1980 scrive, dirige e interpreta il suo unico film da regista al fianco di Dom De Luise: Pastasciutta amore mio, in cui rende omaggio alle sue radici italiane. “Anne, appena poteva, entrava in contatto con la sua italianità. Ogni volta che incontravano Dom De Luise cercavano di parlare in quel loro italiano un po’ maccheronico.” Continua Ezio Greggio.
Lavora con grandi attori e attrici, ed è impegnata in due interpretazioni importantissime al fianco di Anthony Hopkins: The Elephant Man di David Lynch e 84, Charing Cross Road. “E’ passata da ruoli diversissimi tra loro diretta da registi come Zeffirelli e Pollack…Si metteva in gioco, dimostrava di avere le carte in regola…” Negli stessi anni è anche sul set di Agnese di Dio diretta da Norman Jewison in cui si confronta con Jane Fonda e Meg Tilly. Alla fine della sua carriera Anne recita in film come Malice e Soldato Jane, in cui dimostra ancora una volta il suo talento. La sua ultima grande interpretazione è, però, quella della madre del personaggio interpretato da Edward Norton in Tentazioni d’amore, film d’esordio alla regia dell’attore americano.
Si è spenta sei anni dopo, il 6 giugno 2005 a New York per un male incurabile. E’ una delle poche attrici ad aver vinto tutti i premi più importanti come l’Oscar, l’Emmy, il Golden Globe e la Palma d’Oro. “La vita per Mel non è stata più la stessa. Una volta l’ho accompagnato in giro per l’Europa per un tour promozionale e lui mi ha detto «sono un grande attore, ho il cuore distrutto, ma non lo do a vedere»”. Conclude Ezio Greggio.