Justin Kurzel, il regista del Macbeth con Michael Fassbender e Marion Cotillard in concorso a Cannes, mette in scena una delle tragedie più crudeli di Shakespeare – talmente sanguinaria da essere arrivata sullo schermo poche volte (le più famose naturalmente quelle di Welles e Polanski).
Il film è ambientato in un Medioevo imprecisato, un mondo governato dall’ossessione del potere e dalla magia, in cui ci sono streghe che predicono il futuro, fantasmi che incarnano i rimorsi, visioni. Mette in scena la tragedia come un catalogo fotografico, fa un lavoro gigantesco sulle luci, usa i ralenty per dare forza pittorica ai combattimenti, e gira molto in condizioni di luce incerta, alba, tramonto e crepuscolo. Ma allo stesso tempo rispetta il testo con una fedeltà che rasenta il disinteresse, o l’ora di lettere, affidandolo in toto ai primi piani dei suoi divi, onestamente dando l’impressione di non capirci granché.
Uscirà in Italia la prossima stagione con Videa. Il film non si discosta dallo scritto di Shakespeare, ma ostenta battaglie, vendette, sangue in uno stile che può ricordare Il trono di spade.
Accolto da timidi applausi e tanti fischi, il film non convince.