In India censurato un documentario sullo stupro: crea tensioni

Nel documentario, lo stupratore incolpa la vittima per il crimine, per aver resistito allo stupro. Afferma anche che le donne siano più responsabili degli uomini.

In India censurato un documentario sullo stupro: crea tensioni
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4 Marzo 2015 - 13.57


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La regista si è detta “profondamente rattristata” dal divieto imposto in India, che “mina l’appassionata spinta verso l’uguaglianza di genere”, ma ha sottolineato che nel resto del mondo il film sarà trasmesso come programmato. Ha spiegato di avere intervistato il condannato in carcere dopo aver ottenuto tutti i permessi e di aver dato alle autorità la possibilità di vedere tutte le riprese, che non sono però state visionate. Alla fine sarebbe stata approvata una versione ridotta.

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E’ polemica in India per il divieto di proiettare il documentario sullo stupro di gruppo che nel dicembre 2012 a Nuova Delhi costò la vita a una studentessa 23enne. La proiezione del film ‘India’s Daughter’, della regista britannica Leslee Udwin era stata prevista, in India e altri Paesi, per l’8 marzo in occasione del Giorno della donna. Il governo ha deciso di bloccare la proiezione a causa delle scioccanti dichiarazioni di uno degli stupratori e della presunta violazione delle regole legate a simili opere. Il documentario, infatti, contiene una intervista a Mukesh Singh, condannato a morte per la violenza, e ad altri responsabili.

Nel documentario, lo stupratore incolpa la vittima per il crimine, per aver resistito allo stupro. Afferma anche che le donne siano più responsabili degli uomini, nelle violenze sessuali. “Affermazioni – ha detto il ministro dell’Interno, Rajnath Singh, in Parlamento – altamente denigratorie e di affronto alla dignità delle donne”.

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