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Caricaturistes: armati di matita per difendere la democrazia

Alla luce degli eventi drammatici del Charlie Hebdo, riproponiamo questo articolo su 'Caricaturistes' prodotto da Radu Mihaileanu presentato al Festival di Cannes.

Caricaturistes: armati di matita per difendere la democrazia
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7 Gennaio 2015 - 17.41


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[b]di Marco Spagnoli

@marco_spagnoli[/b]

(Cannes) Il regista di “Train de Vie” e “Vai e Vivrai”, Radu Mihaileanu, firma come produttore un documentario straordinario diretto dalla regista Stephanie Valloatto. “Caricaturistes – Les fantassins de la democratie” (ovvero Disegnatori – I Soldati della democrazia), distribuito in autunno in Italia dall’Istituto Luce è la storia di dodici disegnatori alle prese, ogni giorno della loro vita e carriera, con qualcosa che va ben oltre il proprio lavoro di umoristi, ovvero la lotta per la sopravvivenza perché una vignetta può mettere a rischio non solo il tuo lavoro, ma anche la tua vita.

Lo sanno bene questi artisti che hanno ricevuto minacce, sono stati feriti, picchiati e – in ogni caso – bistrattati. Guidato dal celebre disegnatore francese Plantu, il documentario esplora dodici paesi del mondo dove si può letteralmente morire dal ridere: dalla Russia al Venezuela, dal Messico alla Tunisia, dalla Costa d’Avorio al Burkina Faso passando per il Messico e per la Cina.

Un film importante, esilarante, irresistibile e da non perdere per chi ama l’umorismo e la democrazia; ispirato idealmente dal lavoro di Charlie Chaplin per Il Grande Dittatore, ovvero che per abbattere le dittature bisogna saperne ridere: “Charlie Chaplin aveva ragione: i tiranni non hanno paura delle regole o degli eserciti. Temono l’umorismo e di venire ridicolizzati. In questo senso tutti i disegnatori che hanno partecipato a questo progetto sono dei soldati armati di carta e matita”, ha spiegato Mihaileanu cui fa eco il cinese Wang Bo che firma il suo lavoro con il nome di Pi San. “L’intelligenza e la libertà di pensiero fanno sempre paura a chi vuole controllare la politica e la società. Per questo noi disegnatori facciamo qualcosa di molto complesso e semplice al tempo stesso che ci espone a dei rischi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ivoriano Lassane Zohoré che ricorda di avere visitato a Ginevra il Museo dell’Onu e di essere rimasto sorpreso come una stanza fosse dedicata all’umorismo. “I disegni sono pericolosi, perché ridicolizzare le persone è quello nessuno vuole”. Un documentario che ha messo ‘in rete’ anche una serie di artisti attraverso l’associazione [url”www.cartooningforpeace.org”]http://www.cartooningforpeace.org/[/url] e che mette in mostra la fatica e il dolore di credere nei propri ideali e di suscitare qualche sorriso. Il messicano Angel Boligan aggiunge “Siamo dei portatori di verità e – in un certo senso – dei difensori del popolo. Questo documentario ci fa sentire meno soli e ha fatto scoprire a tutti noi che qualcuno, da qualche altra parte del mondo, in una stanza come la nostra, sta chinato su un foglio a disegnare per quello che crede essere giusto contro l’arroganza del popolo”.

Radu Mihaileanu che nel suo cinema ha sempre creato una forte commistione di lacrime e risate, di momenti commoventi e altri più brillanti spiega “Ho incontrato persone straordinarie nei quattro angoli del mondo: artisti modesti e coraggiosi. Io credo che al mondo manchino proprio le qualità di cui sono dotati questi disegnatori: intelligenza, modestia e coraggio”.

Mihaileanu conosce bene la realtà italiana che, in passato, ha commentato, spesso, nei suoi incontri pubblici. A proposito di un umorista come Beppe Grillo che ha scelto di avere un ruolo politico forte attraverso il proprio lavoro, il regista osserva “Non lo conosco bene, anche se da quello che leggo e vedo mi sembra molto populista. E’ bene avere dello humour quando si fa politica, ma la cosa più importante resta quella di avere una visione del mondo. Le sue sono belle parole, cui, però, dovrebbero seguire dei fatti in grado di restituire la felicità alla gente. Personalmente la mia idea è che gli artisti debbano essere al fianco dei politici e saperli consigliare, piuttosto che provare loro stessi a diventare potenti. I casi in cui gli artisti si siano sostituiti a coloro che prendono le decisioni, nella storia dell’umanità, sono stati sempre molto rari e di scarso successo.”

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