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La nostra terra: Accorsi e Rubini lottano la mafia

Accorsi arriva dal nord e si trova per la prima volta a adoperarsi nell'antimafia sul territorio.

La nostra terra: Accorsi e Rubini lottano la mafia
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11 Settembre 2014 - 17.55


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E’ una lotta per la legalità combattuta attraverso il lavoro delle terre confiscate alle mafie quella che intraprendono Stefano Accorsi, Sergio Rubini e Maria Rosaria Russo nella commedia diretta da Giulio Manfredonia “La nostra terra”, che arriverà nei cinema il 18 settembre.

Accorsi entra in una cooperativa che stenta a farsi assegnare delle terre confiscate al mafioso locale, mette insieme una sgangherata truppa di agricoltori improvvisati, e coltiva cibo biologico nonostante sabotaggi e intimidazioni, riuscendo a coinvolgere anche l’ambiguo ex fattore del boss, interpretato da Rubini.

Il regista ha spiegato: “Questa strana lotta alla mafia si fa lavorando, vivendo un’esperienza che è una testimonianza, ed è possibile perché c’è una rete di persone che crede in quest’avventura”.

Il regista, prima di girare il film, ha visitato diversi centri in Sicilia e Puglia dove l’associazione Libera lavora i terreni confiscati. Per Rubini la cosa interessante del film è che il sud viene raccontato attraverso varie sfumature, con contraddizioni reali, dove c’è la mentalità mafiosa, legata alla politica, alla burocrazia, ma anche dei ribelli idealisti.

“In questo momento il sud viene descritto o come luogo solo violento o come luogo solo accogliente, ma in realtà è un posto pieno di contraddizioni. – ha detto Rubini – Il mio personaggio è proprio in quella zona grigia: nella sua evoluzione si vede che prende coscienza e cambia quando gli viene offerta un’opportunità. C’è una speranza che il sud possa cambiare”.

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