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Jersey Boys: gli Usa nel musical di Clint Eastwood

È la storia vera dell’ascesa di un gruppo di giovani italoamericani che dal vivere di espedienti per un boss riescono a diventare una famosa band negli anni ’60

Jersey Boys: gli Usa nel musical di Clint Eastwood
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25 Giugno 2014 - 10.44


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di Cristina Onnis

È la storia vera dell’ascesa di un gruppo di giovani italoamericani che dal vivere di espedienti per un boss mafioso nel New Jersey riescono a diventare una famosa band negli anni ’60: The Four Season. La fatica, la tenacia nel raggiungere la meta, il travolgimento dal successo e la difficoltà nel mantenere il gruppo unito. I protagonisti della pellicola sono John Lloyd Young, Erich Bergen, Vincent Piazza e Michael Lomenda, rispettivamente nei panni di Frankie Valli (cantante solista), Bob Gaudio (tastierista), Tommy DeVito (chitarra) e Nick Massi (basso). Basato sull’omonimo musical del 2006 di Marshall Brickman e Rick Elice e su una sceneggiatura di John Logan.

134 minuti di film in cui si intrecciano diversi generi cinematografici, dalla commedia al dramma, ma è soprattutto un musical. Sembra quasi un amarcord del regista Clint Eastwood, che in gioventù deve avere amato molto il gruppo The Four Season, perciò ne ha voluto rivivere le vicende ed in particolare le canzoni, quelle che ogni fan conosce e ama più di tutto. L’opera non è il suo creatore in assoluto, l’opera è di più e per molti. Così guardando il film si scoprono le origini di canzoni note ancora oggi come: “Big Girls don’t cry”, “Can’t take my eyes off you”, “Sherry”, “Beggin”, “Walk like a man”. La fotografia di Tom Stern è efficace nel ricostruire l’atmosfera anni ’60 con le sfumature color caffellatte, i costumi di Tina Dowd e Suzanne Pakiere con i dolce vita e le giacchette in maglia da bravi ragazzi fanno subito jukebox immergendo lo spettatore in un’atmosfera edulcorata, tanto amata dalla tv di quegli anni, dove tutto doveva apparire perfetto sebbene finto.

La storia viene raccontata dagli stessi protagonisti, come accade in molti film oggi. Inizia Tommy De Vito, poi Nick Massi ed infine Bob Gaudio, ciascuno da la propria versione sulla loro carriera tranne Frank Valli di cui viene narrata la vita attraverso gli occhi o la voce di qualcun altro. Il cantante guida appare quello con i valori più legati alla famiglia e al senso dell’onore, infatti si fa carico dell’ingente debito dell’amico e collega Tommy De Vito e nonostante i problemi nella sfera privata porta avanti sino alla fine l’impegno preso. Un buon monito per lo spettatore, davanti alle tentazioni, l’integrità rimane. Nel film appare poi forte il senso di solitudine in contrapposizione alla fama e quindi il forte valore attribuito agli affetti sinceri che permangono. Una pellicola a tratti prolissa nel suo perdersi tra le numerose esibizioni canore e la ricchezza di fatti da narrare, ma un vademecum di ciò che fa andare avanti nella vita: determinazione e amore.

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